Dic
14
Souvenir d’Italie
Silvio Berlusconi ci ha ormai abituato alle sue sparate e ai suoi più riusciti travestimenti. Una volta si diceva operaio tra gli operai, poi si è detto ferroviere tra i ferrovieri, allenatore tra gli allenatori, contadino tra i contadini, muratore tra i muratori, imprenditore tra gli imprenditori (l’unica carica non usurpata). Giorgio Saviane, indimenticato critico televisivo dell’Espresso, diceva che nelle sue televisioni faceva tutto lui, regista, fonico, tecnico luci, cameraman: se avesse avuto una puntina di tette si sarebbe messo a fare anche l’annunciatrice.
Solo una cosa Berlusconi non ha mai preteso di essere o di essere stato: un paziente ospedaliero. La botta in faccia ricevuta ieri sera ad opera di uno squilibrato mitomane colma la lacuna e ci offre un’immagine del cavaliere diversa dalla solita: il volto di un vecchio spaventato da un’aggressione, smarrito e sotto choc, quasi simpatico, verrebbe da dire, nella sua vulnerabilità . E colpisce anche il fatto che una persona con così evidenti problemi di soufflé dell’ego sia stata colpita da uno che ha simili, anche se non analoghi, problemi di mitomania. “Io sono meglio di lui” avrebbe pronunciato farfugliando l’aggressore, confermando, qualora ce ne fosse bisogno, che non è esistita nessuna regia occulta o strana dietro l’aggressione, che i cattivi stranieri anglofoni e francofoni non c’entrano, che si è trattato di un casalingo gesto di ordinaria follia, attuato, guarda un po’ te, da uno che più lombardo non si può, con un cognome puramente nordico.
E adesso? si chiedeva smarrita stamattina in treno una signora con Libero in mano. Manco si fosse aperta una parentesi di guerra civile sconsiderata. Oddio, sembrava dire la stirata vegliarda, arriva la rivoluzione e non so cosa mettermi! E c’è da pensare che nei prossimi giorni se la tireranno molto con ‘sta storia del clima di odio e di paura, con la stigmatizzazione delle opposizioni belluine, dimenticandosi che non è stata l’opposizione a dare del coglione agli elettori dell’altro schieramento, e che non è l’opposizione che con foga diuturna continua un giorno sì e l’altro pure a dare del sovversivo comunista a pacifici personaggi tipo Veltroni, Bersani, Franceschini, Bindi e chi più ne ha più ne metta.
Berlusconi ha drogato talmente il clima complessivo che anche la criticabile e deplorevole aggressione di un folle diventa elemento di lotta politica: visto cosa avete fatto? Via cavaliere… e poi dice che siamo comunisti? Fossimo davvero tali sapremmo come fare le rivoluzioni, quelle vere, figlie di un tempo e di un clima che oggi per fortuna non esiste più. Invece non sappiamo fare proprio nulla, manco l’opposizione in aula quando i numeri sono a nostro favore. Adesso dobbiamo difenderci dal coro delle prefiche che girano sui tacchi cantando le lodi dell’eroe colpito a tradimento, e lei potrà continuare, dopo un paio di sedute dal dentista e qualche iniezione di Voltaren, a giocare come quell’incredibile zelig politico che è: “adesso vi racconto di quando sono stato vittima di un attentato”. Ma a chi interesserà sentirlo?