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Quando un imbecille canta
Postato da Piero Graglia . Pubblicato il 08 Luglio 2009, 1 Commento Ricevuto
La figura che ha fatto il parlamentare della Lega Salvini rischia di affogare nel ludibrio al quale questa classe di governo ci ha ormai abituato da qualche tempo a questa parte. Cos’ha fatto il Salvini? semplicemente è stato ripreso da un telefonino mentre canta una canzonaccia della Lega, insieme a suoi compagni di partito e col boccale di birra in bella vista in mano, durante una riunione leghista a Pontida. La canzonaccia paragona i napoletani, colerosi e terremotati, ai cani, e non è altro che una delle ennesime stupide canzoni che costellano l’immaginario eversivo della politica italiana, dal “ce ne freghiamo della galera” dei primi fasci al “se vedi nero spara a vista, o è un prete o è un fascista” degli anni di piombo. Ciò che cambia oggi è la chiosa preoccupata, quasi dotta se non ci si vergognasse a paragonare l’intellettualità vuota di Salvini a qualcosa che somigli a qualcosa di culturale, con la quale il leghista ha giustificato la sua performance canora: “era una canzone tra amici, la politica non c’entra nulla”. Col che Salvini ci informa che: 1) per lui la pratica politica è qualcosa di slegato dai comportamenti quotidiani anche privati (mi ricorda qualcosa, o meglio, qualcuno); 2) la posizione razzista la si deve negare pubblicamente ma può essere agita in privato, anche con la soddisfazione del branco; 3) c’è un senso di impunità che viene alimentato dalle battute dei compagni di coalizione del Salvini, tutti adesso in gara per scusare, giustificare, capire e motivare variamente la cosa. Leggi il seguito »
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